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#45

 

L’EREDITÀ DI HULK

 

PARTE QUARTA

 

ROSSO COME LA PASSIONE

 

Di Carlo Monni

(con il contributo di idee, concetti e personaggi di Mickey e Fabio Volino)

 

 

1.

 

 

            Tre donne potenziate dai raggi gamma ed apparentemente in preda ad una furia bestiale si sono scatenate a Downtown Los Angeles. Nonostante l’intervento di due squadre speciali, rispettivamente dello S.H.I.E.L.D. e del F.B.S.A. la situazione stava volgendo al peggio. L’arrivo di Hulk e dei Fratelli di Guerra ha modificato le cose in meglio, almeno finché non sono comparsi altri cinque gamma potenziati in aiuto alle tre amazzoni. In più sono arrivati anche Doc Samson e Lyra, la figlia di Hulk e Thundra proveniente dal futuro.[i] La situazione adesso? Per dirla con le immortali parole di Oliver Hardy: un altro bel pasticcio.

            Robert Bruce Banner si vede passare davanti Leonard Samson che ha appena ricevuto un pugno che l’ha fatto volare. Dopo un momento di esitazione gli si avvicina mentre si sta rialzando.

-Aspetta un attimo.- gli dice:

-Banner!- esclama Samson -Che ci fai in forma umana proprio adesso?-

-Brian Talbot mi ha applicato un congegno, sicuramente inventato dal Capo, che ha drenato tutta la mia energia e l’ha trasferita a lui. Non posso tornare Hulk finché ce l’ho addosso e non posso toglierlo da solo. Devi farlo tu.-

-Aspetta: hai detto Brian Talbot?-

-Il fratello minore di Glenn e fanaticamente deciso a punire i responsabili della sua morte.-

-Talbot ha fatto tutto da solo. Lui solo è responsabile della sua morte.-

-Vallo a spiegare a lui.-

            Bruce indica un gigante color smeraldo poco lontano che sta combattendo contro Lyra.

-Io posso fermarlo.- aggiunge -Posso fermarli tutti ma prima devi liberarmi da quest’affare che ho tra le scapole.,-

            Samson stringe le labbra riflettendo.

 

            Nella sede segreta del Pantheon Angela Lipscombe osserva l’energumeno chiamato Aiace battersi contro l’Hulk Rosso. Nonostante sia decisamente molto forte Aiace non è all’altezza di chi è alimentato da una rabbia che a buon diritto può definirsi nucleare.

            Alcuni direbbero che Aiace è troppo stupido per capire di essere sconfitto, altri che ha troppo cuore, ma cuore o coraggio a volte non sono sufficienti. Dopo l’ennesimo colpo Aiace cade senza più rialzarsi.

            Come un novello King Kong l’essere che era Jim Wilson si batte il petto gridando:

-Hulk Rosso è il più forte che c’è!-

            Poi balza verso i due spettatori. Allontana il giovanotto biondo di nome Paride ed afferra Angela.

-Andiamo via.- dice.

Sfonda una parete e balza fuori assieme alla sua preda.

-Uno sviluppo decisamente… interessante.- commenta Paride spazzolandosi la giacca con le mani.

 

            L’Agente Speciale del F.B.S.A. Sandra Verdugo si ferma a valutare la situazione, poi prende una decisione e si tuffa verso il massiccio uomo calvo e dalla pelle grigia davanti a lei prima che riesca a scagliare lontano l’agente di colore dello S.H.I.E.L.D. che tiene sollevato sopra la testa.

            Rotolano tutti al suolo. Il grigio si rialza con insospettabile agilità e la stringe per la cassa toracica dicendo:

-È stata una mossa molto stupida da parte tua.-

-Me lo diceva anche il mio ultimo partner.- ribatte lei.

-Non sono interessato alla tua vita sentimentale.- replica lui e con una mossa rapida le spezza la schiena.

 

 

2.

 

 

            La donna dalla pelle color smeraldo alta due metri che indossa una calzamaglia nera sgambata e senza maniche si rivolge all’uomo, anche lui dalla pelle verde ma con la testa esageratamente grossa, che ha al fianco:

-Dimmi che tutto questo ha un senso, Sam, che non è solo un tuo modo bizzarro di divertirti.-

-Oh, il senso è molto semplice, mia cara Betty: testare sul campo le capacità del nemico e quelle delle nostre pedine.- risponde Sam Sterns alias il Capo.

-Mi fa piacere che tu abbia detto “nostre” e non “mie”, Sam.- ribatte Betty Ross con un sorrisetto.

-Lo sai che ti considero una socia e non una sottoposta. Questa è un’impresa comune.-

            Anche se è abbastanza chiaro chi di noi due è la mente e chi il braccio, pensa il Capo mentre torna a concentrarsi su quello che sta mostrando lo schermo davanti a lui.

 

            Doc Samson allunga una mano e stringe il piccolo disco tra le scapole di Bruce Banner e lo tira con forza. Bruce si lascia scappare un grido e lo psichiatra sorride dicendo:

-Scusa.- dice.

            Bruce lo guarda storto e ribatte:

-Dammi quell’affare.-

            Samson gli porge il disco e lui lo esamina.

-Uhm, tutto sommato è piuttosto semplice. Invertirne gli effetti non dovrebbe essere troppo difficile con gli strumenti adatti. Reed Richards ci riuscirebbe con una forcina per capelli e forse anche Tony Stark ma io ho bisogno di qualcosa di piu sofisticato. Banner a Pantheon: tiratemi su.-

            Un attimo dopo c’è un lampo di luce e Banner scompare.

 

            Mentre torna al suo alloggio dopo aver dato l’allarme sulla fuga dell’Hulk Rosso con Angela Cleaver, Paride prende il suo telefono e preme un tasto. Dopo pochi istanti sente una voce femminile:

<<Pronto?>>

-Rubino.- dice semplicemente.

            Un attimo di pausa poi è una voce un po’ diversa a parlare di nuovo.

<<Sono pronta.>>

Paride sorride e dice:

-Ho un compito per te: ti piacerà..-

 

 

3.

 

 

            Mentre sente le vertebre spezzarsi sotto la stretta del suo avversario, Sandra Verdugo appoggia le mani sulla sua testa. Immediatamente il gigante grigio barcolla. Lascia la presa sulla giovane donna per tentare di staccare le sue mani dal volto ma scopre che non è così facile.

-Che mi stai facendo?- urla.

-Sopravvivo.- risponde Sandra.

            Mentre il suo nemico cade al suolo le mani di Sandra Verdugo si staccano finalmente da lui mentre lei finisce in ginocchio. Adesso al posto del gigante grigio c’è un afroamericano di corporatura normale e l’aria stordita.

            Victoria Hand, la leader della squadra del F.B.S.A. di cui Sandra fa parte, le si avvicina e le chiede:

-Che cosa è successo? Cosa hai fatto? Sei una mutante o una specie di vampira?-

-Troppe domande tutte insieme e le risposte sono… complicate.- risponde la donna rimettendosi in piedi.-

-Complicate o no, le voglio!- replica Victoria.

-Non è il momento.- ribatte l’altra mentre sferra un calcio all’afroamericano ancora a terra -Abbiamo ancora un bel po’ di gente da sistemare.-

            Così dicendo raccoglie un’arma da terra si dirige verso il cuore dello scontro. Dopo un istante di esitazione Victoria le va dietro.

 

            Bruce Banner appare nella sala teletrasporto dell’aeronave del Pantheon e dice:

-Ottimo lavoro, Scotty.-

            L’uomo conosciuto come Ulisse storce le labbra e replica

-Com’è che invece di grosso e verde sei mingherlino e rosa adesso?-

-Uno spiacevole contrattempo.- taglia corto l’altro -In ogni caso mi fa comodo essere così per lavorare su questo.- indica il disco che ha in mano -Le mani di Hulk sarebbero troppo grandi per il lavoro di precisione che serve.-

-Serve a cosa?-

-Vedrai.- è la sibillina risposta.

 

            Angela Lipscombe si rende conto di aver già vissuto quest’esperienza non molto tempo fa.[ii] A quanto pare Bruce Banner aveva ragione: Hulk Rosso possiede un misterioso istinto che lo riporta infallibilmente verso il luogo dov’è “nato” ovvero il vecchio quartier generale del Pantheon, un luogo che ormai non esiste più. Quello davanti a cui Hulk Rosso si ferma è solo un cumulo di pietre che circonda una voragine apparentemente senza fondo.

-Riportami indietro, Jim, per favore.- chiede Angela al suo catturatore.

-Non Jim, Hulk Rosso.- ribatte l’altro -E noi resteremo insieme. Tu sei la donna di Hulk Rosso e devi restare con lui.-

-Ma quanto sei patetico.-

            Hulk Rosso gira la testa in direzione della voce che ha appena sentito e riceve un pugno al mento che lo manda dritto a terra.

-Mascella di vetro a quanto pare.- commenta la nuova arrivata: una donna alta, dal fisico scolpito, curve nei punti giusti, lunghi capelli che le ricadono sui seni e lungo la schiena e soprattutto la pelle color rosso scarlatto.

-Tu chi sei?- le chiede, sorpresa, Angela Cleaver.

-Mi chiamano She-Hulk Rossa e sono venuta a salvarla, Dottoressa.- risponde l’altra poi afferra Angela per un polso e spicca un balzo.

            È un incubo, pensa la psichiatra, deve esserlo.

 

 

4.

 

 

            Lyra non è certo una normale quindicenne: è alta quasi due metri, ha il fisico scolpito e muscoloso e pelle smeraldina. Niente di strano, dopotutto è la figlia di Hulk e della più forte guerriera della sua epoca.

            Si è sempre sentita imbattibile ed ora sta scoprendo di non esserlo affatto sotto i colpi duri come magli del l’ancor più superpotenziato di prima Brian Talbot.

-Normalmente non mi piacerebbe picchiare una ragazzina…- dice Talbot -… ma hai detto di essere la figlia di Banner, quindi….-

-Quindi questo rende giusto riempirla di pugni? La tua etica mi fa schifo.- afferma una voce maschile.

            Una presa ferrea blocca il polso destro di Talbot prima che possa vibrare un altro pugno, poi un sinistro lo raggiunge al mento e lo sbatte lontano.

-Non avevo bisogno di aiuto.- proclama Lyra con orgoglio.

-Ma davvero?- ribatte, sarcastico, Doc Samson -Me lo ricorderò la prossima volta che ti vedrò barcollare sotto i colpi di uno più grosso e più forte di te.-

            Brian Talbot si sta rialzando e tornando alla carica.

-Io lo colpisco da destra e tu da sinistra, ok?- dice Samson

-Uhm… ok.- risponde Lyra.

            L’impatto si sente da lunga distanza.

 

            Caiera, detta l’Impetuosa, guerriera del perduto pianeta Sakaar, solleva la sua asta e blocca il colpo sparato dalla donna che si fa chiamare Mess poi, con incredibile agilità si rimette in piedi.

-Se davvero credevi di potermi abbattere, allora non conosci il potere dei Guerrieri Ombra, ora lo assaggerai.-

            Un pugno la coglie di sorpresa. A vibrarglielo è stata una donna dalla pelle color verde pallido a scaglie, una sorta di versione femminile di Abominio.

-E tu chi sei?- chiede Caiera.

-Se vuoi un nome chiamami pure Aberrazione.- risponde l’altra.

            Caiera l’afferra per i polsi e stringe.

-Ti chiamerò sconfitta…- ribatte -… o morta!-

 

            Clay Quartermain è un veterano dello S.H.I.E.L.D. e si occupa di Hulk da più tempo di quanto gli piaccia ricordare. Nella sua carriera ha visto cose che avrebbero scosso i nervi di chiunque. Adesso, mentre guarda lo scenario di devastazione davanti a lui, non può non pensare che come prima uscita della sua squadra non è stata delle migliori.

-Poteva andare peggio.-

            A parlare è stata la sua vice Isabelle Hartley che continua:

-Almeno siamo tutti vivi ed abbiamo fermato tre di quei tizi.-

-Anche questo è vero.- conviene Clay -Ma ce ne restano ancora troppi.-

-Possiamo fermarli, signore, siamo agenti dello S.H.I.E.L.D. dopotutto.- aggiunge un ragazzo dai capelli rossi che dimostra poco più di vent’anni ed impugna un fucile di foggia strana.

-E nemmeno noi del F.B.S.A. siamo mammolette.- proclama una ragazza dai capelli rossi tagliati a caschetto.

-Dugan.-  borbotta Quartermain -Mi piace il tuo ottimismo. Chi è la tua nuova amichetta?-

-Agente Speciale Kali Vries.- ribatte l’altra.

-Bene, Agente Speciale Vries, vedo che il suo capo e la sua collega Verdugo si stanno gettando nella mischia. Che ne dice di imitarle?-

-Che è un’ottima idea… signore.-

            Clay sorride.

 

 

5.

 

 

Il grosso aereo, sostanzialmente della stazza di un Boeing 777 ma con una linea più aerodinamica ed equipaggiato con cinque motori e con il logo dello S.H.I.E.L.D. sulle fiancate sta incrociando sui cieli sopra Los Angeles. È un piccolo gioiello della tecnica, di fatto una replica in scala ridotta del famoso Eliveicolo, equipaggiato con cabine personali per almeno dieci passeggeri, un laboratorio scientifico, una sala riunioni completa di monito ed uno studio privato per l’ufficiale in comando. C’è un’intera flotta di questi aerei che hanno un altisonante nome ufficiale ma tutti preferiscono chiamarli col soprannome che ha dato loro un ex agente: Bus.

            Dalla sala monitor un uomo afroamericano dell’età apparente di circa trent’anni, mingherlino e con gli occhiali ed una donna bionda di poco più anziana che indossa un sobrio abito scuro che le arriva appena sopra il ginocchio stanno seguendo le fasi dello scontro sottostante quando davanti a loro appare un ologramma: l’immagine di un po’ uomo che conoscono bene.

<<Io sono il Dottor Robert Bruce Banner. Suppongo che mi conosciate e che non siano necessarie altre presentazioni. Con chi sto parlando?>>

-Mi chiamo Gabriel Jones e sono l’ufficiale scientifico della squadra.- risponde l’afroamericano -La mia collega è la Dottoressa Patricia Wolfman ed entrambi, ovviamente, sappiamo benissimo chi è lei, Dottore, o non saremmo qui.-

<<Jones? Il mio migliore amico si chiama Jones ma di certo non siete parenti. Invece somigli ad un altro Gabe Jones ma lui ha almeno 25 anni di più.>>

-È mio nonno ma non si è certo infiltrato nei nostri sistemi di comunicazione per parlare di lui, quindi, cosa vuole?.-

<<Il vostro aiuto per sconfiggere tutti gli Hulk fuori.>>

 

            Un altro velivolo ed una scena molto simile. L’aereo stavolta appartiene al F.B.S.A. ed a bordo ci sono due bianchi, una donna sui quarant’anni dai capelli castani ed il naso aquilino ed un uomo con barba e capelli neri legati a coda di cavallo.

-Sono l’Agente Speciale Valerie Jessup, investigatrice forense.- si presenta la donna.

-Agente Speciale Dexter Coville, esperto in analisi comportamentale.- aggiunge l’uomo.

            L’ologramma di Banner scambia rapide battute con i due e poi dice:

<<Siete in videoconferenza con l’aereo dello S.H.I.E.L.D., una piccola libertà che mi sono preso per facilitare le cose. Come dicevo, mi serve il vostro aiuto.>>

-E come potremmo mai essere d’aiuto ad una mente brillante come la sua?- chiede, con una punta di sarcasmo, Valerie Jessup.

<<Vi sto parlando dalla fortezza volante del Pantheon che è uno dei vertici di un triangolo formato con i vostri due aerei. La mia intenzione è creare un campo di energia tra i nostri velivoli.>>

-Un campo… elettromagnetico?- chiede Valerie perplessa.

<<Qualcosa di più simile ad un campo quantico, direi. La cosa le crea problemi?>>

-Nessuno.- ribatte la donna -Ma perché dovremmo fidarci di lei?-

<<Esattamente quello che mi chiedevo anch’io.>> riecheggia dall’altra nave Gabriel Jones III.

<<Perché non avete scelta.>> replica Bruce <<E perché lo farei comunque. La vostra collaborazione renderà solo la cosa più veloce.>>

<<Dottor Banner, lei è un gran figlio di…>>

            Bruce sorride.

 

            Il breve volo della She-Hulk Rossa ed Angela Lipscombe termina poco distante. Una volta atterrata, la gigantessa color rubino apre una porta segreta sul fianco di una montagna e senza troppi complimenti spinge la psichiatra all’interno.

-Quell’idiota rosso non ci troverà mai qui.- dice mentre la porta si richiude alle loro spalle.

-Che razza di posto è questo?- chiede Angela guardandosi intorno.

-Un piccolo ma comodo rifugio segreto che mi sono fatto costruire per quando mi fosse stato utile… come adesso.-

            Dall’ombra esce una figura che la psichiatra riconosce immediatamente.

-Paride!- esclama -Che sta succedendo?-

-Sto portando avanti un… progettino personale per cui mi serve, diciamo così, la sua assistenza.- risponde, tranquillo, Paride -Stasera ho avuto la prova che mi serviva: lei è la chiave per il controllo di Hulk Rosso e mi aiuterà ad ottenerlo.-

-Si illude se pensa che l’aiuterò.- ribatte Angela.

            Paride sorride e replica:

-Non ho mai detto che l’avrebbe fatto volontariamente, Dottoressa.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Assolutamente nulla da dire per cui, dritti al prossimo episodio con la conclusione dello scontro e nuovi sviluppi che speriamo interessanti.

            A presto.

 

 

Carlo

Carlo



[i]               Confusi? Vi capisco.

[ii]              Ovvero negli episodi #31/34.